ARTE IN COLLINA... NELLA PROVINCIA DI MATERA

Luoghi di rara bellezza, con una storia da raccontare ed un' arte ancora da scoprire: ecco le incantevoli colline della provincia di Matera; una terra antica non lontana dalla Puglia, dove si incontrano masserie e aziende agricole in pietra, casolari e borghi antichi, parchi letterari e set cinematografici naturali.

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In un'atmosfera di appagante relax, percorriamo un suggestivo itinerario all'aria aperta: Arte in Collina, lontani dagli sguardi indiscreti del turismo di massa.

Poco distante dalla Città dei Sassi, sulle colline, si estende Montescaglioso.
Il paese è stretto intorno all'Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, per secoli il punto di riferimento religioso, culturale, politico ed economico di un vasto territorio. Imponente e maestosa, fu fondata nella seconda metà dell'XI secolo ed aveva tanti vani quanti sono i giorni dell'anno, mentre stili diversi per la lunga fuga di colonne che formano due splendidi chiostri.
Affascina il paesaggio circostante: colline a perdita d'occhio, dove il verde degli ulivi contrasta con il biancore abbagliante delle masserie e aziende agricole (la maggior parte trasformate in agriturismi) sparse qua e là, come se volessero liberarsi nell'aria, a testimonianza di un'antica civiltà rurale. L'area vanta un'eccellente produzione di prodotti di agricoltura biologica.

Si prosegue per Miglionico la cui storia è tutta legata al suo Castello, noto come: il Castello del Malconsiglio . Un labirinto di stanze che conducono attraverso un viaggio nel passato alla Sala del Malconsiglio, dove, va ricordato, nel 1485 si riunirono baroni, grandi feudatari, principi, duchi e coinvolse persino il Papa Innocenzo III per congiurare contro Fernando I d'Aragona (a quel tempo re di Napoli). La Sala del Trono è senza dubbio la più misteriosa ed affascinante, qui venivano custoditi i tesori più preziosi.
Non solo i tesori aragonesi, ma anche quelli gelosamente conservati nella Chiesa Madre. La chiesa indossa una veste barocca su una originale struttura rinascimentale e vanta al suo interno una Via Crucis di Luca Giordano, un Assunzione di Tintoretto e il celebre Polittico di Cima da Conegliano (1499). Il Polittico, splendidamente ornato, è formato da 18 tavole racchiuse in una cornice barocca raffigurante i santi Gabriele, Caterina, Chiara, Ludovico, Pietro, Paolo, Antonio, la Madonna con il Bambino e cinque Martiri Francescani. Le Tavole sono disposte su quattro ordini e collocate su una fastosa cornice lignea, scolpita ed elegantemente intagliata da maestranze locali. Il Polittico esprime tutto lo spirito pittorico limpido ed armonioso del Cima.

Merita una sosta anche Grottole, un piccolo borgo, poco più di 2600 abitanti, che sorge su due collinette: una chiamata Sentinella e l'altra Terravecchia, dominato dal Castello, di fondazione longobarda.
Un centro storico piccolo che però riserva continue sorprese come le macerie della Chiesa Caduta (in realtà luogo di culto settecentesco mai ultimato) e la Chiesa di San Rocco, patrono del paese, che conserva un polittico su tela di Pietro Antonio Ferro (della prima metà del '600).
Ma questo è anche il paese dei "fornaciai": artigiani che producono oggetti d'argilla. Un esempio è la tipica "rizzola" per il trasporto di vino e acqua, e poi vasi, anfore, piatti d'artista; spesso ispirati ai reperti della Magna Grecia .

L'itinerario prosegue nell'arte rinascimentale ad Irsina dove, uno dei suoi più illustri rappresentanti, Andrea Mantegna, ha testimoniato la sua arte preziosa e segreta, con Sant'Eufemia, la martire di Betinia (oggi, Turchia) del IV sec. d.C, una statua in marmo policromo conservata nella Cattedrale di Irsina. E' datata alla fine del 1500 la sua realizzazione, in linea con la scuola del Mantegna (pare sia stato un ecclesiastico irsinese a portare la statua nel suo paese d'origine). La statua di Sant'Eufemia, dopo aver composto il ricco parterre di opere raccolte nella mostra su Andrea Mantegna, allestita fra Padova e Mantova , è ritornata nella "sua" Irsina , nell'abside della cattedrale.

Da non perdere: I viaggi sentimentali nel Parco Letterario Carlo Levi a Grassano
La rilettura del territorio attraverso l'opera di poeti e scrittori e, nel caso di Carlo Levi, di letterato ed affermato pittore confinato in Basilicata, perché antifascista, consente di allestire veri e propri itinerari culturali ed avvincenti viaggi nel passato. Rivivere a distanza a più di settant'anni quelle suggestioni è certamente un'esperienza avvincente, soprattutto, possibile.
A Grassano, per le vie del centro storico, lungo un itinerario che riproduce uno spaccato di vita quotidiana degli Anni Trenta, dello scorso secolo, vengono rievocati alcuni momenti significativi della permanenza di Carlo Levi.
E' la magia dei Viaggi Sentimentali, rappresentazioni animate da cantastorie o attori, che si dipanano lungo un percorso nei luoghi di ispirazione.
Per Levi e Grassano, fatto inconsueto nei Parchi Letterari, all'ispirazione letteraria si aggiunge anche quella pittorica certamente non meno importante e ricca di fascino.
Grassano fu nel 1935 il primo luogo del confino lucano del medico, pittore e scrittore, Carlo Levi. Oggi, è sede di un Parco Letterario intitolato all'artista torinese.

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